5/5 - (1 vote)

Come tutti sanno, almeno fino a pochi anni fa, il cinema e i videogiochi erano nettamente separati, sia per la natura stessa del mezzo, sia per una questione di tipo “generazionale”: i primi esperimenti cinematografici risalgono al 1895, mentre i videogiochi hanno avuto una diffusione e hanno subito un aumento di complessità sempre crescente a partire dagli anni Settanta del Novecento.

Oggi la forte evoluzione tecnologica, sempre più veloce di anno in anno, “costringe” questo medium ad adattarsi alle esigenze di un pubblico sempre più ampio ed esigente: se una volta si era vincolati all’accettazione di titoli relativamente semplici, in ragione, appunto, di una tecnologia ancora agli inizi, oggi si preferisce puntare maggiormente sul realismo, con storie sempre più complesse e personagi più “sfaccettati”, che favoriscono una maggiore identificazione del giocatore.

Anche se, probabilmente, in qualche modo, l’argomento è stato già affrontato in passaro su queste “pagine” è giusto, ogni tanto, ribadirlo, per tornare a fare il punto della situazione.

Al giorno d’oggi, infatti, il cinema e i videogiochi tendono a contaminarsi a vicenda, soprattutto nella direzione e nella misura in cui i secondi tentano di assomigliare al primo.

Sono noti a tutti gli esempi della TellTale., anche se, più che di contaminazione dal cinema, in questo caso, si parla di influenze televisive, dovute alla struttura episodica utilizzata nelle serie tv.

Recentemente mi è capitato, però, di imbattermi in una serie di video che mostrano la corretta soluzione di un videogioco dal titolo Untill Dawn che, in questo caso, sfrutta un approccio di tipo cinematografico, la sua particolarità, infatti, è quella di essere un vero e proprio film interattivo, con attoi in carne ed ossa o, quantomeno, modelli 3d iperrealistici, realizzati, presumibilmente, sulle fattezze degli attori accreditati nei titoli di testa, come Peter Storemare e Hayden Panettiere, nota al pubblico per aver interpretato il ruolo di Claire Benneth nella serie tv Heroes.

Concludendo possiamo, senza dubbio, dire che, se, una volta, si cercava di rendere i videogiochi sempre più realistici, l’obiettivo è stato, ormai, almeno parzialmente raggiunto!