Titolo: ARQ
Nazione: USA/Canada
Anno: 2016
Regia: T.Elliott
Con: R.Amell, R.Taylor
INTRODUZIONE
Uno dei fenomeni più analizzati della fantascienza, insieme ai viaggi nel tempo, è il cosiddetto “loop temporale”, una particolare condizione nella quale il tempo assume la forma di un anello che porta alla continua ripetizione di una sua porzione, ad esempio una giornata o poche ore.
Vediamo in questo caso come viene sviluppata la tematica.
STORIA
ARQ è un film ambientato in un futuro indefinito nel quale, com’è ormai da tradizione, la Terra è stata resa inabitabile da una gravissima catastrofe ambientale che ha reso l’aria fortemente tossica e ha causato enormi carestie. Ren e Hanna sono una giovane coppia che vive rinchiusa in un bunker, al riparo dall’ambiente ostile.
I due vengono svegliati una sera dall’ingresso di un gruppo di intrusi e da quel momento, a causa di un’invenzione di Ren, i due rimarranno intrappolati in un anello temporale.
OPINIONI
Ho trovato ARQ un film molto interessante, ma con alcune pecche, il titolo della pellicola è dato da un acronimo che ora non ricordo, ma che ha a che vedere con la fisica quantistica, materia che suppongo abbia qualche collegamento con i viaggi nel tempo.
Che io ricordi non sono molte le produzioni fantascientifiche che trattano questo specifico aspetto della materia e nel caso foste interessati suppongo potreste approfondire con una piccola ricerca sul web.
Quello che non mi ha fatto molto piacere, invece, è stato constatare l’immediata partenza dell’azione, senza informazioni di contesto che ci aiutino a capire, ad esempio in che anno siamo, cos’è successo al pianeta e perché.
TECNICAMENTE
Forse il lato un po’ più debole del film riguarda l’aspetto tecnico, almeno per gli effetti visivi: se siete fan delle pellicole altamente spettacolari, lasciate perdere.
Le scenografie, infine, si limitano esclusivamente ai pochi ambienti interni del bunker e solo verso la fine possiamo vedere qualcosa dell’ambiente esterno, inadatto alla vita, logicamente.
CONCLUSIONI
Un film molto lacunoso, che lascia parecchi non detti e molto spazio all’interpretazione dello spettatore.
Come ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo creativo, anche se non completamente “da buttare”!