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Titolo: Ha i tuoi occhi

Nazione: Francia

Anno: 2016

Regia: L.Jean-BaptisteCon: L.Jean-Baptiste, A.Maiga

INTRODUZIONE

Generalmente, quando si parla di razzismo, si intende la “chiusura mentale” dell’uomo occidentale nei confronti dello straniero e del diverso.

A quanto pare, però, il problema può essere anche ribaltato, mostrandoci le difficoltà di quelli che noi consideriamo stranieri nell’accettare l’uomo “bianco” .

È esattamente ciò che si cerca di fare con questa pellicola.

STORIA

Ha i tuoi occhi è un film basato sulla storia verosimile di Paul e Sally, famiglia francese ma di origini africane che, volendo un figlio e non potendolo avere in maniera naturale, decide di rivolgersi all’ente per le adozioni locale. L’unico problema sembra essere legato all’etnia del bambino: essendo quest’ultimo “bianco”, infatti, la famiglia della donna, profondamente tradizionalista, avrà enormi difficoltà ad accettarlo, almeno inizialmente.

Con il passare del tempo, però, la situazione migliorerà sempre di più.

OPINIONI

Ha i tuoi occhi è un film molto interessante, perché cerca di ribaltare la prospettiva su un problema molto spinoso e già noto da diverso tempo.

Non si vede molto spesso, infatti, la questione raziale affrontata dal punto di vista degli afroamericani, al punto tale da pensare che questa “faccia” della questione non esista.

Il regista stesso si mette direttamente in gioco, nei panni del protagonista, forse per rendere questo messaggio ancora più evidente.

TECNICAMENTE

Dal punto di vista tecnico, come giudizio superficiale, non c’è molto da dire, se non riguardo al fatto che anche questo, a modo suo, cerca di veicolare il messaggio, riuscendoci alla perfezione.

Alcuni personaggi presenti in questo film, forse, risultano un po’ troppo “sopra le righe”, ma, probabilmente, questo è stato fatto volutamente.

CONCLUSIONI

Profondo, toccante, ma anche molto divertente, un modo inedito di trattare una questione ormai fin troppo nota ma della quale, forse, non si parla mai abbastanza.

Una riflessione forte sul “razzismo al contrario”.