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Come tutti noi sappiamo la tecnologia ha un ruolo sempre più rilevante e marcato nella nostra vita di tutti i giorni ma non solo per quanto riguarda la comunicazione e l’intrattenimento.

Un aspetto molto importante della nuova “rivoluzione tecnologica” è infatti rappresentato dal fatto che, grazie a strumenti quali i social media, una fetta sempre maggiore di pubblico sta trovando il modo di fare “il salto”, passando da semplice pubblico a protagonista, ottenendo, magari, opportunitù uniche ed importanti per le quali, una volta, ci sarebbe voluto molto più tempo o che, addirittura, sarebbero risultate irragiungibili.

Per spiegare meglio il concetto è utile portare cime esempio un caso salito alla ribalta proprio negli ultimi mesi, quello di Game Therapy, produzione italo-americana che vede all’interno del cast la presenza di alcuni noti youtubers.

Game Therapy propone, in un certo senso, il classico modello della cultura nerd, incentrata, questa volta, esclusivamente sull’aspetto videoludico, in quanto il protagonista del film, interpretato dal giovanissimo Lorenzo Ostuni, propone ad un amico un esperienza unica, all’interno nientemeno che di un mondo videoludico, creato sfruttando un contenuto aggiuntivo presente, per l’appunto, all’interno di un videogioco.

Sinceramente sono rimasto molto sorpreso dall’enorme quantità di recensioni negative reperibili in rete: l’aspetto tecnico, forse, può risultare un po’ scadente e non se ne capisce il motivo, data l’enorme quantità di mezzi tecnici ed economici a disposizione della produzione, per quanto riguarda la recitazione, a parte un paio di battute infelici, alcune delle quali presenti già nel trailer, non dobbiamo scordarci che ci troviamo davanti ad un prodotto con attori non professionisti, quindi non trovo giusto “accanirsi” troppo contro questo prodotto, anche perché si tratta del primo esperimento cinematografico di questi ragazzi che, probabilmente, se ne verrà data loro l’opportunità, cercheranno di migliorare.

Sembra quasi che tutti parlino male di questo film perché “va di moda”, mi auguro che non sia così, perché questo non è cetamente il modo giusto di criticare un film.