Certe volte, quando una saga termina, ci si sente “orfani” e si farebbe qualunque cosa per poter rivivere ancora una volta le atmosfere e rivedere o rileggere nuove avventure di personaggi che abbiamo imparato a conoscere ed amare.
Alcuni autori, allora, decidono di accontentare i fan, regalando loro nuovi capitoli di tali saghe, a volte con formule molto particolari.
Recentemente è scoppiato uno di questi casi, relativo al “nuovo capitolo” della saga di Harry Potter, Harry Potter e la Maledizione dell’Erede, scritto da due sceneggiatori teatrali, ma approvato da J.K.Rowling, autrice della saga principale. Senza voler rivelare nulla della trama, per non spoilerarla a chi volesse leggere l’opera in questione, posso solo dire che, nonostante sia stato confermato che si tratta di un’opera “canonica”, ovvero inserita a pieno titolo nell’universo della saga principale, non si tratta di un romanzo della saga, ma della sceneggiatura dello spettacolo teatraale.
La prima domanda che viene in mente, almeno a me, è: perché pubblicare una sceneggiatura?
Generalmente, quando si scrive un copione teatrale, questo non viene mai reso pubblico, ma è utilizzato esclusivamente per la messa in scena dello spettacolo in questione!
Ammetto che, se si facesse parte o si fondasse una compagnia teatrale, decidendo di portare in scena Harry Potter e la Maledizione dell’Erede questa operazione si rivelerebbe utile e giustificata, ma esclusivamente in quel caso!
Inoltre la trama dell’opera si fonda su un pretesto assurdo: un personaggio chiede ad Harry di recuperare un certo manufatto, che non dovrebbe più esistere, e di utilizzarlo per riportare in vita il figlio, Harry si rifiuta, ma suo figlio, Albus Severus non si sa perché, decide di provare a cimentarsi in questa missione.
Perché mai un ragazzo dovrebbe accettare di recuperare un manufatto per riportare in vita una persona che neanche conosce? Ovviamente, come si dice in questi casi, se a qualcuno è piaciuta l’opera non sta a me giudicare, non sentitevi offesi, semplicemente, ascoltando alcuni pareri su Internet, mi sono reso conto che, effettivamente quest’opera non ha molto senso di esistere.